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ROMA — Sabato è stata un tipo di giornata di  cattive e buone notizie per Sabrina Lattuca, sindaco di Realmonte, un piccolo paese della costa occidentale della Sicilia.

Si sveglia la mattina e scopre che dei vandali hanno gettato polvere di ossido di ferro sulle bianche scogliere conosciute come la Scala dei Turchi, macchiando la principale attrazione turistica di Realmonte con colore rosso sangue.

Ma al calar della notte, gran parte dei danni era già stata riparata grazie agli sforzi di una squadra di esperti di beni culturali, impiegati municipali e cittadini locali che hanno trascorso la giornata a pulire il sito con l’aiuto di stracci, scope e pompe dell’acqua.

“Sono un esempio del meglio della Sicilia”, dice la signora Lattuca delle persone che hanno aiutato con la pulizia. In 24 ore, ha aggiunto, «questo lavoro di squadra ha saputo restituire bellezza e splendore alla Scala dei Turchi».

Modellata dalle onde e dal vento nel corso dei millenni in una grandiosa scalinata naturale, la leggenda narra che fosse l’approdo preferito di pirati e invasori provenienti da terre lontane, come i turchi, da cui il nome.

A lungo un’attrazione balneare per i siciliani, le scogliere di marna hanno raggiunto una fama più ampia grazie a una serie di romanzi gialli con l’ispettore Salvo Montalbano del defunto scrittore italiano Andrea Camilleri, che ha lodato la “sorprendente bellezza” del sito. Le opere sono state successivamente trasformate in una popolare serie TV.

Inoltre ha anche raggiunto fama cinematografica in “Malena” di Giuseppe Tornatore e altri film.

Gli inquirenti di Agrigento, il capoluogo a circa 10 miglia a est della Scala dei Turchi, stanno ora esaminando i video ripresi dalle telecamere di sorveglianza sulle strade che portano al sito nella notte tra venerdì e sabato, quando è avvenuto l’atto vandalico.

Marco La Rovere, comandante della polizia militare di Agrigento, che sta indagando sul caso, ha detto che i suoi ufficiali e i pubblici ministeri  locali hanno “un’idea” di chi avrebbe potuto compiere questo gesto vandalico sul sito che in passato era stato deturpato da graffiti. Adesso si stanno cercando prove a sostegno della loro intuizione, ha detto, rifiutandosi di fornire dettagli. “È un’indagine aperta”.

La signora Lattuca non ha dubbi sul fatto che il vandalismo “è opera di un pazzo. Non c’è altra spiegazione per un atto così assurdo”.

Michele Benfari, massimo funzionario per i beni culturali di Agrigento, ha invece affermato che la “ferita spalancata” lasciata dalla polvere di ossido potrebbe essere stata una dichiarazione lasciata da un “artista disilluso” alle prese con la tragedia della pandemia.

Ha citato un artista che ha fatto notizia quando ha lanciato tintura rossa nella Fontana di Trevi a Roma nel 2007 e un anno dopo ha scaricato migliaia di palline colorate sulla scalinata di Piazza di Spagna.

“Potrebbe essere un’interpretazione”, dice, gli atti di vandalismo sono rari in questa zona della Sicilia.

Fortunatamente, ha osservato il signor Benfari, la polvere di ossido di ferro usata dai vandali è relativamente innocua se non viene miscelata con altre sostanze chimiche. Sono stati utilizzati appositi aspirapolvere per rimuovere la polvere e le tracce rimanenti, sono state strofinate con un semplice sapone su alcuni stracci.

“Siamo stati fortunati”, ha detto.

La Scala dei Turchi è attualmente chiusa al pubblico per motivi di sicurezza, oltre che per il timore che il sito venga danneggiato dal turismo di massa. È inoltre oggetto di contenzioso per determinare la proprietà di parti del sito tra la regione, l’amministrazione locale e un privato.

Prima della pandemia, il sito attirava circa un milione di visitatori all’anno, afferma Giuseppe Taibi, rappresentante locale del Fondo Ambiente Italiano, un’organizzazione spesso definita National Trust of Italy, che negli anni passati ha fatto pressioni con successo per demolire due costruzioni abusive che erano state costruite nel sito.

È stata una vittoria importante in un’area della Sicilia nota per il triste primato di  costruzioni abusive. Nel 2016 il Fondo Ambiente Italiano ha inaugurato un belvedere a strapiombo sulla scogliera nell’area di uno degli edifici demoliti.

“Abbiamo dato un segnale forte”, dice Taibi. “È anche un modo per ammirare il sito senza distruggerlo, evitando che venga calpestato da troppi visitatori”, afferma.

Il FAI  ha anche promosso la Scala dei Turchi nell’elenco dei luoghi da salvaguardare in Italia. “È de facto un patrimonio dell’umanità che deve essere protetto”, sostiene Taibi.

La gente del posto è chiaramente d’accordo.

“Appena abbiamo saputo che la Scala dei Turchi era stata deturpata, ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo messi al lavoro”, dice Claudio Lombardo, a capo della sezione locale dell’associazione ambientalista Mareamico , che monitora e conserva le aree costiere.

“Così bianca come la neve, così pura”, la Scala dei Turchi “è l’emblema di una Sicilia pulita e onesta, e va preservata e protetta”, ha detto il sindaco Lattuca.

https://www.nytimes.com/2022/01/10/world/europe/white-cliffs-sicily-vandalism.html

Elisabetta Povoledo ha scritto sull’Italia per quasi tre decadi, e lavora per il “The Times” e suoi affiliati dal 1992.

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