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Cari Amici

Il Presidente  De Tilla ritorna ad Agrigento  dopo circa un anno dall’incontro in memoria del Giudice Livatino  che ha visto discutere insieme i vertici dell’avvocatura e della magistratura Istituzionale e Associata (Csm, Anm, Cnf, Oua )

Incontro ispirato ad un confronto costruttivo   tra tutti gli operatori del settore  Giustizia. Un confronto proseguito poi con il “Patto per la giustizia e per i cittadini” al quale  l’Oua  ha attivamente contribuito.

E i frutti di questo importante confronto sono  arrivati e per domani (22 ottobre) la sezione Toscana dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ha organizzato una tavola rotonda dal titolo: “Il decalogo dell’Oua: un punto di partenza per una proposta condivisa in materia di giustizia civile” .

Desidero ringraziare affettuosamente Maurizio de Tilla per aver accettato il nostro invito a discutere ad Agrigento  dei principali temi che preoccupano l’avvocatura e  che saranno trattati al   Congresso Genova.

Grazie ancora a tutti Voi, all’ordine e al Presidente Gaziano per avermi dato l’opportunità di rappresentarVi in una sede così prestigiosa come l’Oua.

Con la Presidenza De Tilla l’Organismo Unitario dell’Avvocatuta  è stato  sottoposto a due anni di lavoro intensissimo .

 Maurizio De Tilla ci ha riuniti in varie parti d’Italia almeno una volta al mese ( per due o  tre giorni)  a deliberare ma anche ad aggiornarci (ad ogni assemblea era collegato un convegno di approfondimento)  .

Questo intenso lavoro dell’assemblea è servito anche a  dare  forza all’attività  della Giunta che ha potuto rappresentare più efficacemente l’Oua in tutte le sedi.

Io personalmente ho dovuto studiare decine di progetti di legge, articoli, interventi, deliberati (per non palare delle centinaia di messaggi di posta elettronica…) al fine di preparare efficacemente le assemblee dell’Oua.

Un lavoro immane ma necessario se si voleva rappresentare degnamente  questo distretto, e particolarmente questo foro, che ha sempre avuto grandi tradizioni, da ultimo il ministro della Giustizia Alfano.

Con questo breve intervento Vorrei trasferire a Voi una sensazione. Una percezione forte.

L’impressione che  l’avvocatura (anche attraverso  l’Oua) abbia  reagito, che l’avvocatura sia  uscita fuori da quel clima di rassegnazione, di lento declino,  nel quale si era trovata.

Gli ostacoli del Governo, del Parlamento, dei Poteri forti, dell’Autorità per la Concorrenza, della Magistratura, (e talvolta anche gli ostacoli interni all’avvocatura) sono stati affrontati, e spesso superati, con Coraggio.

Sotto la guida appassionata e generosa di Maurizio De Tilla  e il saggio lavoro   dei  Vicepresidenti Giorgino e Saldarelli e del Presidente Dell’Assemblea Giorgio Orsoni (oggi Sindaco di Venezia) l’Oua non solo ha reagito ma ha anche “rilanciato”.

Penso al progetto di Riforma del Giudice Laico .

Un progetto al quale oggi il Ministero guarda con grande attenzione.

L’Oua ha proposto il ricorso ad avvocati qualificati, scelti attraverso un  esame. L’Oua ha individuato criteri per garantire  l’indipendenza, una congrua retribuzione e una copertura assicurativa e previdenziale.

Penso al progetto del Consiglio Superiore dell’Avvocatura che mira a dare una nuova rappresentanza all’Avvocatura.

Penso ancor di più al progetto più ambizioso  : l’avvocatura come  Soggetto Costituzionale .

Progetto che sarà approfondito  il 18/11/2010  nella bella cornice della Sala della Lupa della Camera dei Deputati alla presenza di tutta l’avvocatura, dei parlamentari e del Ministro.

Proverò a sintetizzare l’idea in pochi secondi .

Dopo la Costituzione, la Repubblica Italiana,  da struttura statalistica e accentrata, si è  trasformata in una struttura pluralistica nella quale sono state esaltate non solo le autonomie locali ma anche le formazioni sociali in tutte le loro componenti .

Senza andare alla riforma costituzionale del 2001, va detto che già negli artt. 2 e 5 della Costituzione vengono  affermati sia i principi di autonomia delle formazioni sociali private e pubbliche sia quelli di sussidiarietà orizzontale anche tra soggetti titolari di pubbliche funzioni.

Per dirla con  Giorgio Orsoni, oggi, se ci si vuole elevare rispetto alla solita diatriba in ordine all’inquadramento dell’attività dell’avvocato in quella imprenditoriale, non vi è altra strada se non quella di una riaffermazione alta, e quindi a livello costituzionale, della professione come soggetto che partecipa alla funzione giurisdizionale. Funzione Giurisdizionale che non può più essere monopolio esclusivo dello Stato in una moderna società pluralistica.

La riforma della professione forense:

In questi giorni è ripreso in Senato l’esame della Riforma della professione forense, riforma  che si basa su  un disegno di legge sostenuto da tutta l’avvocatura.

Senza entrare nel merito dei singoli aspetti della legge, alcuni ottimi altri meno, ciò che conta è che il progetto rappresenta il massimo che l’avvocatura unita è riuscita a proporre in un momento storico in cui, dopo 80 anni, una riforma è indispensabile poiché la società è radicalmente cambiata,  soprattutto dopo la  Costituzione.

La legge di riforma della professione forense deve  porre rimedio ai nostri  nodi critici come l’accesso (230 mila avvocati sono davvero troppi), le tariffe, l’aggiornamento, la disciplina, l’effettività dell’esercizio della professione ( 70 mila avvocati non iscritti alla cassa sono troppi), le specializzazioni e via dicendo .

Ma la discussione sulla   legge è stata sostanzialmente ferma  sull’art.12, cioè quello della reintroduzione delle tariffe minime; reintroduzione   che i poteri forti non vogliono.

La buona  notizia è quella che proprio ieri sera è stato approvato l’art.12 .

«L’abolizione delle tariffe minime, senza dare alcun beneficio ai cittadini, ha tutelato i più forti. Ed in generale ha danneggiato i professionisti italiani» .

Questa non è una frase del Presidente dell’OUA  o del Presidente del CNF  ma è stata pronunciata dal Ministro della Giustizia Alfano (Corriere della Sera 6/4/2010).

Penso che solo un’avvocatura Unita, Coraggiosa e determinata  possa  superare l’ostacolo dei poteri forti (  proponendo anche tariffe semplici, comprensibili, eque e trasparenti ma sempre obbligatorie) e così permettere alla riforma di proseguire speditamente fino all’approvazione in entrambi i rami del Parlamento.

La mediazione

Un’avvocatura che aspira ad un ruolo costituzionale non può non farsi carico dei  problemi di una Giustizia, come quella  civile, definita “una zavorra per l’intero tessuto economico del Paese” (Vietti – Plenum straordinario Csm con il Ministro della Giustizia).

E l’Oua si è fatto  carico dei problemi della Giustizia redigendo il decalogo sulle riforme strutturali necessarie alla Giustizia su cui anche  l’Anm, come detto,  sta discutendo.

Peraltro la Conciliazione è efficace solo dove funziona bene la Giustizia statale.

Certamente aver reso obbligatoria la conciliazione, specialmente su così tante e delicate materie, è un errore (si noti in nessun altro paese civile la conciliazione è obbligatoria.)

Così come è stato un errore l’ aver previsto l’obbligatorietà della conciliazione senza la necessità della difesa tecnica riservata agli avvocati .

 Su questi punti l’avvocatura è unita e la legge va modificata nell’interesse della Giustizia e dei cittadini . Un progetto di legge che recepisce queste istanze è stato appena presentato .

Ma l’istituto  della conciliazione in sè e per sé, come conciliazione volontaria , deve essere implementato e valorizzato.

Gli organismi di conciliazione forense vanno collocati presso le sedi dei Tribunali e gli avvocati vanno formati adeguatamente sia per il ruolo di conciliatori sia per quello di difensori .

Il nostro paese ha bisogno di mediazione ma  solo l’alta professionalità e la deontologia  dei conciliatori potranno  garantire il successo di questo metodo alternativo di risoluzione delle controversie.

Concludo

Le tecniche informatiche, l’integrazione del mercato europeo e il pluralismo delle fonti hanno cambiato radicalmente il lavoro dell’avvocato .

Oggi in Europa sembra prevalere l’anima che aspira ad uniformare l’avvocatura  alla concezione liberista, quella che vede l’avvocato come imprenditore.

Tuttavia la crisi economica e la concorrenza senza  regole impongono un rafforzamento dei presidi deontologici

Il  mio auspicio è quello che l’Oua con  Maurizio de Tilla  sappia far prevalere, al contrario,  una figura di Avvocato Europeo che intende la professione come attività intellettuale autonoma ed indipendente ispirata a principi di dignità, decoro e  competenza .

Grazie Maurizio e Grazie a tutti.

Agrigento 21 Ottobre 2010

Giuseppe Taibi

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